Bambino prodigio, compositore eccezionale, protagonista di un film premiato con otto premi oscar: tutto questo è stato Wolfgang Amadeus Mozart. All’età di nove anni compose la sua prima sinfonia, a dodici la sua prima opera lirica. Nel suo linguaggio musicale unico fuse perfettamente la miriade di stili che padroneggiava alla perfezione. Affrontò ogni genere con grandi risultati, eccellendo in particolare come compositore d’opera.

Nel Quartetto in Re Maggiore K285 che l’Ensemble Academia eseguirà, si percepisce forte l’influenza della musica per il teatro. Presenta tre movimenti in stile galante: nel primo, il flauto dialoga con il trio d’archi e dimostrando di essere alla pari con i suoi nobili colleghi in termini di espressività, carattere e possibilità tecniche. Nel suggestivo secondo movimento Mozart sospende una malinconica melodia in stile vocale sul pizzicato delicato degli archi prima di far confluire inaspettatamente questo momento magico nel virtuosistico finale in forma di rondò.

Nato in una famiglia dalla grande tradizione musicale, Georges Bizet è presto avviato allo studio del pianoforte e della composizione. Pur dimostrando grande talento come pianista – gli fu riconosciuto anche dal grande Franz Listz -, Bizet preferisce da subito creare la propria musica anzichè eseguire quella di altri. I risultati ottenuti in prestigiosi concorsi – uno su tutti il Prix de Rome del 1857 – convincono definitivamente il giovane Georges ad imboccare la strada della composizione.

Il suo stile raffinato e la sua capacità di raccontare con la musica luoghi esotici saranno il marchio di fabbrica di tutti i suoi lavori. La sua composizione più celebre è Carmen, un’opera di passione e gelosia ambientata in una Spagna idealizzata abitata da toreri e gitani. La suite per nove strumenti sui temi di Carmen che fa parte del programma del Festival Itinerante è stata arrangiata dal M°Vincenzo Lai ed include il meglio delle due suites orchestrali che Bizet compose ispirandosi alla sua opera teatrale.

Ennio Morricone è un’icona del cinema e della musica mondiale. Le sue note hanno accompagnato alcune delle scene più belle mai viste sul grande schermo dagli anni sessanta del novecento ad oggi. Diplomato in tromba si dedica presto alla composizione intraprendendo numerose collaborazioni con numerosi registi e cantautori italiani, segnando per sempre la storia della musica da film con le iconiche colonne sonore degli spaghetti western, in particolare quelle dei capolavori di Sergio Leone.

Tra le sue collaborazioni americane si ricordano quelle con Brian de Palma, Quentin Tarantino, Oliver Stone e John Carpenter. In carriera ha vinto due oscar (uno alla carriera) e ricevuto sei nomination tra il 1970 e il 2016, anno nel quale entra a far parte della Hollywood Walk of Fame. Il Festival propone tre suoi lavori tratti da “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” e “C’era una volta il West”. L’arrangiamento per nove strumenti è stato curato dal M°Vincenzo Lai.

Nasce in Piemonte, in una famiglia modesta che però ne riconosce ed incoraggia il talento artistico. Studia violino e composizione diventando presto un giovane virtuoso dello strumento e iniziando a esibirsi regolarmente in giro per l’Europa, riuscendo a crearsi in breve tempo un’importante fama a livello internazionale specialmente in Francia e Inghilterra, dove si distinse come direttore dell’Opera di Parigi e tra i fondatori della London Symphony. Viotti fu uno dei più importanti esponenti della scuola violinistica italiana, continuatore della tradizione di Corelli e capace di imporsi come un acclamato virtuoso in ogni paese dove si stabilì nel corso della sua vita da nomade della musica.

Il Festival Itinerante propone in programma il suo quartetto di Do minore per flauto e archi, una composizione intensamente drammatica che esemplifica perfettamente lo stile di Giovanni Battista Viotti e le sue doti di esteta del suono e compositore fine ed ispirato.

 É tra i compositori statunitensi più conosciuti di tutti i tempi. La sua opera spazia dalla musica colta a quella popolare. Considerato uno dei padri del musical, Gershwin ha composto alcune delle melodie più famose di Broadway.

Tra i suoi lavori più significativi si ricordano Porgy and Bess e Un Americano a Parigi. In questo concerto l’Ensemble Academia eseguirà la celeberrima Rapsodia in Blue.

Nato in Repubblica Ceca, visse gli ultimi anni della sua vita negli Stati Uniti dove fu invitato a trasferirsi in virtù della fama che aveva acquisito in Europa. La sua celeberrima Nona Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” è una della pagine più conosciute della storia della musica. In ambito cameristico, il Quartetto in Fa Maggiore Op.96 no.12  (“L’Americano”) gode di altrettanta notorietà.

Concepito per archi, questo splendido lavoro è stato trascritto per quintetto di fiati ed è entrato a fare parte del grande repertorio per questa formazione. Le melodie di rara bellezza che caratterizzano questo brano sono capaci di rievocare nella mente dell’ascoltatore il fascino di un continente che doveva apparire ancora incontaminato agli occhi del compositore.

Gioacchino Rossini è senza dubbio uno dei compositori italiani più famosi nel mondo.

Attraverso la sua attività in ambito operistico raggiunse enorme fama nel continente europeo e, con il suo stile inconfondibile basato su un innato talento per la melodia e su una magistrale capacità di orchestrazione, cambiò per sempre la storia dell’opera. Tra i suoi successi immortali si ricordano Guglielmo Tell, il Barbiere di Siviglia, la Gazza Ladra, l’Italiana in Algeri.

Le overture di questi lavori, particolarmente amate dal pubblico, hanno superato i confini del mondo operistico e sono diventati capisaldi del repertorio orchestrale. L’uso virtuosistico di legni e ottoni è una delle peculiarità di questi brani brillanti e piacevoli da ascoltare: questa caratteristica ha reso possibile nel corso degli anni il loro arrangiamento per quintetto di fiati.

Giulio Briccialdi fu un leggendario flautista italiano, il cui nome è ancora sinonimo di eccellenza.

Come molti suoi colleghi del 800, Briccialdi era anche compositore di ottimo livello. Lasciò ai posteri tre quintetti per fiati, tutti di pregevole fattura, contenenti momenti musicali di grande valore artistico che sembrano estratti da lavori composti in un’epoca molto posteriore a quella in cui Briccialdi visse e creò.